In occasione dell’anniversario della chiusura, avvenuta nel 1567, del convento dedicato a Maria Vergine, dalla cui trasformazione deriva l’attuale Villa Monastero, la Provincia di Lecco ha predisposto un percorso di rilettura delle vicende storiche che si riferiscono al cenobio cistercense, curato dal conservatore del museo Anna Ranzi.
L’attuale aspetto di dimora eclettica di fine Ottocento è il frutto di vari interventi che si sono sovrapposti in nove secoli di vita.
I lavori di edificazione della dimora sulle rovine del monastero spettarono alla famiglia valsassinese Mornico.
Conserva tuttora l’impianto complessivo originario seicentesco come evidenzia l’arioso loggiato a lago. Nel 1869 il nuovo acquirente fu un personaggio di spicco del mondo milanese, Carolina Maumari vedova Seufferheld (1811-1894).
Le caratteristiche che oggi si possono leggere, pur con i mutamenti operati nel corso del primo ‘900 dalla famiglia De Marchi sono dovute nell’impianto complessivo al tedesco Walter Kees che la ristrutturò secondo il gusto eclettico del tempo e ampliò notevolmente il parco, fino a giungere all’estensione attuale.
Il monastero cistercense femminile rimase comunque in vita per quasi quattro secoli.
La prima documentazione nota che fa riferimento al cenobio è una pergamena che risale al 1204, recentemente donata al museo e conservata in archivio. Nei secoli seguenti Il convento crebbe con prosperità grazie a lasciti e donazioni.
Nel frattempo nel 1313 era stato consacrato l’altare della chiesa. Qui verrà collocata un’antica statua della Madonna, ritenuta miracolosa, ora posta nella chiesa delle Grazie di Varenna entro l’ancona seicentesca.
Alla metà del secolo XVI il cenobio aveva perso importanza e il numero delle monache era assai ridotto, cosicché per volere di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, venne decretata la chiusura.
La chiesa però rimase in vita e venne legata alla chiesa parrocchiale di Varenna: nel 1898 verrà chiusa al culto. Gli arredi e le ancone saranno trasferiti nella prepositurale e nella chiesa detta delle Grazie, e ancora qui si possono ammirare.
A Cortenova in Valsassina è situato l’oratorio privato di San Fermo edificato nel 1591 dalla famiglia Mornico, che conserva bellissime opere seicentesche e una statua di San Carlo (si ricorda che un personaggio della famiglia Mornico aveva assistito all’attentato al vescovo, come riprodotto in un bel dipinto qui collocato, insieme a un altro che raffigura la famiglia), e sarà reso visitabile durante l’estate grazie alla collaborazione della Parrocchia.